A breve distanza dalle conclusioni delle operazioni vendemmiali nelle colline dell’Alto Monferrato Ovadese il Consorzio di Tutela dell’Ovada docg prova a tracciare un quadro riassuntivo, meditato e non retorico, delle prime risultanze.
“Ovviamente parliamo di un’annata in vigna per nulla facile –commenta Italo Danielli, Presidente del Consorzio- data l’alta piovosità registratasi, un po’ come in tutto il nord Italia; è pur vero che qui non abbiamo avuto ulteriori aggravanti (a partire dalla grandine), e che il mese di settembre è stato prevalentemente bello e soleggiato. Parlando delle sole uve dolcetto, materia prima unica per il nostro Ovada docg, mettiamo a bilancio una consistente diminuzione delle quantità raccolte, mediamente nell’ordine del 20-30%, con situazioni peraltro variegate tra il -10% e il -50%: ciò anche per effetto dell’opera di meticolosa selezione e diradamento condotta dai primi di agosto, al fine di eliminare quanto più possibile lo sviluppo di fenomeni di marciume. Quest’anno ha fatto capolino per la prima volta in zona anche la famigerata Drosophila Suzukii, con presenze peraltro poco omogenee. Nell’insieme, a fronte degli scenari ahimé al solito estremistici delineati da larga parte della stampa, e acriticamente ripresi da molti appassionati, per cui dopo dozzine di “annate del secolo” (ma non dovrebbero essere poche per essere “del secolo”?) piace discorrere del 2014 come di un annunciato disastro, noi ci limitiamo a ostentare una moderata fiducia, invitando tutti ad attendere con un po’ di pazienza il momento dei primi riscontri di assaggio, verso la fine del 2015. Attendere con calma è meno modaiolo che non urlare in coro da subito (o esercitarsi in annunci ad effetto), ma forse indica un maggior rispetto per le plausibili differenze che emergeranno, qui come in tanti altri territori vocati, a livello già di micro-terroir.”
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