La Storia

Territorio da sempre vocato alla produzione vitivinicola, le prime tracce della coltivazione del vino Dolcetto nell’Ovadese trovano menzione in alcuni atti notarili di fine ‘200. Noto in epoca longobarda, nel periodo tra il 700 e l’800 è commercializzato nelle principali piazze europee con il nome di “Uva di Ovada”.
Gallesio nel 1800, all'interno della sua opera “Pomona Italiana”, scrive che “I più stimati [Dolcetti] sono quelli d’Ovada e dei suoi contorni...pare che il clima di quelle colline sia il più appropriato alla natura di quest’uva, mentre essa vi matura perfettamente senza che cadano gli acini, come avviene nei paesi meridionali e vi acquista un grado di perfezione a cui non giunge in verun altro luogo”.
Una storia lunga e prestigiosa che ha portato al riconoscimento della DOC nel 1972, prima denominazione di origine controllata per il Dolcetto in tutto il Piemonte. Grazie alle sue peculiarità, grande capacità di invecchiamento e struttura importante e al costante lavoro di selezione dei produttori, il vino ha ottenuto nel 2008 il riconoscimento a DOCG, con la denominazione di Dolcetto di Ovada Superiore o Ovada DOCG.
Nel 2010, grazie all’azione sinergica di venti Comuni e all’impegno e volontà di tutti i produttori, viene istituita l’Enoteca Regionale di Ovada e del Monferrato, territorio individuato dalla Regione Piemonte tra le quattordici aree che sono contraddistinte da una forte vocazione vitivinicola.
Nel 2013 viene Costituito il Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG con l’obiettivo di tutelare e valorizzare l’Ovada DOCG e la sua unicità
Nel 2019, grazie soprattutto all’azione congiunta del Consorzio di Tutela dell’Ovada DOCG e dell’Enoteca Regionale di Ovada, la Regione Piemonte proclama il 2019 – Anno del Dolcetto